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Novità immobiliari - Legge di Bilancio 2025

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La legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie generale n. 305 Supplemento ordinario n. 43/L del 31.12.2024, contiene – tra le altre cose – alcune novità per la casa. Con l’obiettivo di fare il punto proprio sugli interventi legati al mondo immobiliare, Confedilizia ha organizzato un seminario web dal titolo “Le novità della manovra 2025 per il comparto immobiliare”. Ma qual è la posizione dell’organizzazione dei proprietari di casa? Ne ha parlato il presidente Giorgio Spaziani Testa sottolineando gli aspetti che sollevano perplessità e quelli per i quali invece si nutre speranza.

 

 

 

Manovra finanziaria 2025 e detrazioni fiscali

Il primo aspetto sul quale si è soffermato il presidente di Confedilizia e per il quale è stata espressa preoccupazione è quello relativo al “forte, notevole e netto taglio delle detrazioni fiscali per gli interventi edilizi”. 

A tal proposito, Spaziani Testa ha affermato: “Come abbiamo detto sia in audizione parlamentare sia nell’incontro alla Presidenza del Consiglio di qualche tempo da, riteniamo che non ci sia un diritto all’edilizia assistita e un diritto ad avere – in parte o addirittura totalmente – a carico dello Stato interventi edilizi, però crediamo che in Italia sia necessario un sistema di detrazioni, di spinta, di incentivo agli interventi edilizi. Invece, constatiamo che con questa legge di Bilancio si è passati da un eccesso all’altro”. 

E ha sottolineato: “Da un ‘eccesso’ del superbonus, che era una misura che avrebbe dovuto essere limitata nel tempo e che ha avuto le vicissitudini che sappiamo, si è passati a un eccesso opposto, perché siamo arrivati a un sistema, soprattutto a partire dal 2026, che porterà a una drastica riduzione anche rispetto al periodo pre-superbonus”. 

Il riferimento è alla riduzione delle detrazioni fiscali per quanto riguarda, ad esempio, il bonus ristrutturazione, l’ecobonus e il sismabonus. In merito, il presidente di Confedilizia ha sottolineato: “Da un sistema in cui ad esempio per alcuni interventi di efficientamento energetico e di miglioramento sismico si toccava anche, specie in condominio, l’85% di detrazione fiscale, si arriverà a un sistema a regime con detrazione massima del 36% per l’abitazione principale e del 30% per gli altri immobili. Il 2025 avrà la particolarità di una misura più ampia per l’abitazione principale del 50%”. 

Spaziani Testa ha poi confidato sul fatto che, su questo aspetto, si possa affermare “un’interpretazione che si era affermata con riferimento a una specifica norma del superbonus; un’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate espressa in una circolare ribadita nella risposta a un interpello, che - secondo noi con buon senso e anche in linea con la logica della norma analoga - consentiva di utilizzare la detrazione specifica non solo nel caso in cui nel momento stesso dell’inizio dei lavori vi fosse la situazione di residenza nell’immobile, e quindi la connotazione di abitazione principale dell’immobile, ma anche qualora questa condizione si verificasse in una fase successiva, si diceva nella circolare, al termine dei lavori”. 

Secondo il presidente di Confedilizia, il taglio alle detrazioni fiscali avrà delle conseguenze. La speranza è che, “passata la buriana del superbonus 110%”, ci sia “un ripensamento generale del sistema degli incentivi”. Il timore è invece che, se si consolidasse il sistema attuale, si arrivi a “una generale riduzione degli interventi edilizi e di fatto a un depauperamento e a un deterioramento del nostro patrimonio immobiliare”. 

A tal proposito, Spaziani Testa ha precisato che “il nostro patrimonio immobiliare non è fatto solo da ciò che vediamo passeggiando per le grandi città, quindi le case abitate delle grandi o piccole città, ma è fatto di tantissimi immobili – abitazioni e non – che spesso sono anche in condizioni di non abitabilità o comunque non utilizzabilità per tante ragioni”.


Mutui, tassi ancora in ribasso!

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Continua la discesa dei tassi sui mutui, con la Banca Centrale Europea che a fine gennaio 2025 ha operato il quinto taglio consecutivo di 25 punti base, un percorso iniziato a giugno 2024. E’ dunque il momento buono per chiedere un mutuo? Secondo Silvano Bartolini, esperto credito di Codacons Toscana, quello di fine febbraio potrebbe essere il momento adatto, in quanto si farà sentire l’impatto dell’ultimo taglio Bce.

 

Ma quanto si risparmia ora rispetto ad un anno fa? “Una simulazione dell’andamento dei tassi sui mutui ipotecari tra febbraio 2024 e febbraio 2025, su un importo di 140mila euro, che è quello chiesto mediamente per l’acquisto di un’abitazione e con una durata di 20 anni, mostra un risparmio significativo per i mutuatari”, spiega Bartolini. Per un mutuo a tasso fisso, la rata mensile è infatti passata da 806 euro di febbraio 2024 (con un Taeg del 3,42%) a 738 euro a febbraio 2025 (Taeg 2,45%), con un risparmio mensile di 68 euro. Ancora più marcata la riduzione per i mutui a tasso variabile, con la rata che è scesa da 923 euro (Taeg 5%) a 806 euro (Taeg 3,42%), garantendo un risparmio di 117 euro al mese.

Anche i prestiti personali hanno seguito lo stesso andamento, con un calo del Taeg dall’11% di febbraio 2024 al 7% di febbraio 2025. E se l’attuale trend di stabilità dell’inflazione proseguirà, nel corso del 2025 sono prevedibili ulteriori tagli ai tassi, per quanto l’annunciata introduzione dei dai da parte degli Usa potrebbe incidere negativamente anche sul costo del denaro. “Le condizioni attuali sono molto favorevoli per chi ha un mutuo in corso, per questo consigliamo di valutare una rinegoziazione con la propria banca, e in caso di rifiuto, di prendere in considerazione una surroga con un altro istituto di credito” (ovvero trasferire gratuitamente il proprio mutuo da una banca verso un’altra e senza oneri notarili), fa presente l’esperto credito di Codacons Toscana.

Non a caso per la surroga dei mutui a tasso fisso c’è stato un boom: nel quarto trimestre del 2024, il numero di richieste di surroga di mutuo è salito al 35,6% e nei primi nove mesi 2024, secondo i dati Crif, il fenomeno delle surroghe ha segnato un +19,5%, mentre i nuovi mutui erogati si sono contratti del 4,1%. 

Fonte:La Nazione.

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